LA MIA STORIA ORNITOLOGICA
La mia storia ornitologica non ricordo nemmeno io quando sia iniziata.
Da bambino ero circondato da canarini, incardellati, cardellini e diamanti mandarino, che mio padre deteneva per diletto e passione. Per non parlare della casa in campagna dove un immenso recinto ospitava fagiani, quaglie, tortore e galline faraone. Tuttavia nella seconda parte degli anni '90 mi avvicinai sempre con più insistenza al mondo dell'allevamento.
Le prime cove arrivano con i mandarini, ero affascinato, ma anche impaurito, nel vedere tutti quei puntini quasi fluorescenti nel becco di quei piccoli cosini rosa, un qualcosa che non avevo mai visto nei canarini di mio padre.
Gli anni '90 furono anni di fuoco, con le importazioni ancora aperte nella mia soffitta, adibita a stanza di allevamento, passò praticamente di tutto, dalle vedove paradisee ai tessitori, dai cardellini dell’Himalaya ai canarini del Mozambico, passando per diverse specie di turdidi esotici.
Furono anni particolari, dove la varietà la faceva da padrone ma a riproduzione stavo a zero.
Le prime nascite in modo sistematico arrivano agli inizi degli anni 2000, cresciuto e stanco di tutta quella misticanza, iniziai a togliere quasi tutto, tenendo solo la mia "collezione" di fringillidi indigeni.
Infatti, almeno un esemplare di verdone, cardellino, verzellino, lucherino, fanello e fringuello, non doveva mai mancare (sono venuti meno quando mi è stato spiegato che era illegale detenere questi soggetti senza essere autorizzati).
Tolti i fringillidi restarono in allevamento solo i diamanti mandarino, gli unici che mi garantivano nascite sicure fino ad allora, insieme ai canarini.
Cambiai così il mio modo di allevare, non accoppiando più canarini a caso, ma rispettando il giusto metodo di accoppiamento.
La svolta, ornitologicamente parlando, arrivò nel 2004, quando conobbi Francesco Pasqua, allevatore di cardellini mayor e verdoni. Dalle visite nel suo allevamento rimasi sempre più ammalliato di fronte a quelle maschere enormi e a quei colori mai visti prima nel cardellino, da Francesco potevo ammirare soggetti in mutazione bruno, agata, testa bianca e lutino, un vero spettacolo!
Decisi così, nel 2006, di iscrivermi alla F.O.I. tramite l’A.O.Cosentina e iniziai a prendere i primi canarini di pregio.
Nello stesso anno arrivò anche la prima partecipazione alle mostre e il mio primo podio con una canarina isabella pastello giallo mosaico, seconda classificata con 90 punti (soggetto che mi fu rubato durante lo sgabbio).
Nel Natale del 2006, uno dei più belli che ricordi, mio padre mi fece trovare sotto l'albero un "pacco" ricoperto da un panno. Tolto il panno, quasi incredulo, mi ritrovai due maschere da paura, quello è stato uno dei più bei regali che abbia mai ricevuto, la mia prima coppia di cardellini mayor.
All'inizio del nuovo anno, sempre con l'aiuto di mio padre, iniziai la costruzione dell’allevamento esterno e delle prime voliere.
Nel 2008 ho avuto modo di conoscere Francesco Stuppello e Claudio Magnelli, due grandi allevatori e due grandi persone, con i quali ho instaurato un rapporto di amicizia duraturo, due nuove amicizie che cambieranno negli anni a seguire per sempre la mia vita di allevatore.
Nello stesso anno ho introdotto in allevamento due nuove specie: i verdoni, a fenotipo mutato, e i carpodachi del Messico, un amore a prima vista, due specie che non mi avrebbero più lasciato.
Intanto la mia passione per le esposizioni continuava, raccogliendo però ripetuti secondi posti, tanto che Francesco Stuppello mi diede il soprannome di "Toto Cutugno". Durante una delle esposizioni Francesco mi disse "sai, mi ricordi Toto Cutugno, gran belle canzoni, ma a San Remo arriva sempre secondo!"
Il suo sfottò era in realtà un modo per stimolarmi, così nel 2009 chiusi la mia avventura con i cardellini, e ridussi al minimo le coppie dei canarini, questo per dedicarmi con più attenzione ai verdoni e ai carpodachi del Messico, oltre che per cimentarmi in una delle mie più grandi passioni, l'ibridazione.
Ero stato da sempre appassionato di ibridi, ma non mi ero mai cimentato in questo campo.
Proprio con i primi ibridi realizzati durante la stagione mostre arrivò il mio primo titolo, che mi permise di vincere il mio "San Remo" e di scrollarmi da dosso l'appellativo di Toto Cutugno.
Il mio campione era un ibrido di carpodaco del Messico x canarina, che al Salone dei Fringillidi di Paola ottenne la vittoria nell’allora categoria esotico x canarino nero-bruno. Era la mia prima apparizione in una mostra specialistica di grande livello e vinsi!
Sempre nel 2009 arrivano anche i primi titoli al Campionato Regionale Calabro.
Anche nell'anno successivo, il 2010, arrivarono una serie di podi grazie ai miei carpodachi.
Nel dicembre dello stesso anno, insieme alla mia associazione, andai in visita al Campionato Italiano di Ercolano, e li presi la mia prima coppia di lucherini bruno.
Nel 2011 fui eletto nel direttivo dell’Associazione Ornitologica Cosentina con la carica di consigliere.
Con l’avvicinarsi della stagione cove la mia lucherina morì, decisi quindi di tentare una nuova ibridazione. Dopo aver reperito una bella canarina bruna, la diedi in "sposa" al mio lucherino "vedovo" e dalla loro unione ottenni tre bei novelli, un maschio e due femmine. Da questi ibridi ottenni tanti podi e soddisfazioni, anche nella Mostra Internazionale di Reggio Calabria.
Nel 2012, introdussi in allevamento i cardinalini del Venezuela e i canarini fife fancy. Dopo un'esaltante stagione cove, approdai carico in quella espositiva, vincendo in tutte le mostre a cui presi parte.
Il 2013 iniziò alla grande e lo ricorderò sempre come un anno ricco di emozioni. Esposi, sempre con ottimi risultati, alla mostra di Cerisano, in quella di Montalto Uffugo, al Campionato Regionale Calabro, tenutosi a Marano Principato e al Salone dei Fringillidi, dove a seguito della mia vittoria con un ibrido da 92 punti, mi furono fatti i complimenti da due "mostri sacri" dell'ornicoltura italiana, Bruno Zamagni e Sergio Lucarini.
Nei due anni a seguire, 2014 e 2015, a causa di motivi personali, il mio allevamento fu segnato da un lento declino.
Il 2016, invece, iniziò con un cambio di rotta e grazie al mio amico Claudio Magnelli in allevamento arrivano i primi verdoni pezzati. Tra alti e bassi la stagione cove andò avanti, ma nuovi problemi portano alla perdita dei novelli nati.
Stanco e sfiduciato decisi di smettere e comunicai la notizia a Francesco Stuppello e Claudio Magnelli, ma se è nei momenti difficili che si vedono gli amici, allora io posso dire di aver visto due amici veri.
Francesco da parte sua inizia un lento ma inesorabile lavoro a livello psicologico, da allora sarà per me il mio mental coach. Il suo lavoro su di me ha avuto effetto e mi ha permesso di recuperare in fretta la voglia e l'autostima, in modo da iniziare la stagione cove 2017 con una nuove visione.
Francesco mi ha ceduto i suoi passeri del Giappone rosso-bruno e due coppie di cardinalini del Venezuela.
Claudio, da parte sua, mi ha aiutato a rimettere in piedi il ceppo dei verdoni e dei carpodachi, cedendomi alcuni verdoni diluito, una femmina bruna e due carpodachi phaeo di ottimo livello.
In questo modo, con contatti quotidiani e incitazioni da parte di Francesco, inizia la stagione cove 2017.
La stagione sarà un'altalena di emozioni, tra coppie che vanno di uova chiare e altre che non vogliono smettere di sfornare novelli.
Terminata la muta arriva l'attesa stagione mostre, il mio ritorno alle competizioni ha un battesimo di fuoco con la partecipazione alla più grande specialistica E.F.I. del sud Italia, il Salone dei Fringilli di Paola.
La gara è sabato 11 novembre, io sono teso e impaziente di avere notizie dei giudizi, verso le 15,00 squilla il telefono e arriva la chiamata del mio mental-coach Francesco: "Toto bentornato! Complimenti, sei di nuovo campione! La tua verdona satinè ha vinto con 92 punti”.
Il 2 dicembre 2017 alla terza Mostra Ornitologica Città di Mendicino realizzo il mio record di vittorie, con tutti gli uccelli ingabbiati vado a podio, su 6 soggetti, 5 primi e un secondo.
Così, come non so come è iniziata questa avventura, non so come finirà. So solo che in questo cammino ho conosciuto persone serie, vere e i pomeriggi passati in soffitta con i miei amici alati mi hanno tenuto lontano, forse, da tanti brutti incontri.
Sono cresciuto, sono migliorato, ma ogni giorno sogno ad occhi aperti ponendomi nuovi traguardi da raggiungere e superare, e l’emozione di una mostra o di una nuova nascita è la stessa di quasi trent’anni fa, quando guardavo, nel recinto della casa di campagna le quaglie e le tortore di mio padre.
Francesco De Cicco